Il post con cui il New York Times ha annunciato la morte di Amal Hussain, 7 anni.
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Amal: una morte che ci turba?

Nei giorni scorsi si è spenta Amal, la piccola yemenita di 7 anni morta per denutrizione ai margini di una guerra dimenticata che lascia in Yemen uno strascico di morte per denutrizione e stenti. «Come avrà vissuto la povera madre di Amal il declino della figlia? Non è oggi ridotta anch’essa ad un mucchio di ossa che piangono fame e dolore? Amal ha fratelli e sorelle? Cugini e parenti che, oggi, si attendono la stessa fine decretata da noi? Obolo o elemosina che dir si voglia, pur non essendo indifferenti, rischiano di essere soltanto uno scansare la realtà. Sono necessari tuttavia per intervenire. Altro però è il gesto atteso: educarsi ed educare all’ascolto, allo sguardo che tutti accoglie, alla certezza che non sono padrone o padrona di qualche patrimonio per godermelo ma mi è stato dato in dono perché sappia farlo fruttare e donarlo a tutti». Leggiamo queste e altre riflessioni nel contributo di madre Cristiana Dobner, monaca carmelitana di Lecco, una delle firme più note dell’Osservatore Romano ha pubblicato in queste ore nel sito dell’agenziasir.

«Amal, chi non ha visto in questi giorni la fotografia della piccola yemenita? Quanti però hanno avuto il coraggio di sostare su quelle gracili membra e chiedersi perché un essere umano innocente debba essere condannato ad una simile estinzione, lenta e crudele?
Indubbiamente nello Yemen e in tante altre parti del mondo ci sono bambini (e adulti) che versano in simili condizioni estreme. L’attenzione non vuole risultare pietistica e dolente per poi fuggire ed evitare di affrontare la gravità denunciata.
Anche perché il noto fenomeno della rimozione psicologica farebbe rimbalzare l’angoscia travestita e diventerebbe impossibile comprenderne l’insorgere».

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Il post con cui il New York Times ha annunciato la morte di Amal Hussain, 7 anni.
5 Novembre 2018 | 18:07
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