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Papa e Vaticano

Allarme in Vaticano: suore con la «sindrome del burnout»

Dopo l’allarme lanciato due anni fa sulla condizione di sfruttamento vissuta da centinaia di suore in strutture della chiesa o in abitazioni di prelati, senza orari, contratti, e con paghe misere, «Donne Chiesa Mondo», il mensile tutto al femminile dell’Osservatore Romano, sposta nuovamente il focus sui disagi vissuti dalle religiose in luoghi di lavoro. In un servizio pubblicato sul numero del 26 gennaio, interamente dedicato alla vita consacrata, viene affrontato il delicato tema del burnout. 

Si tratta della sindrome da stress da lavoro considerata da numerosi studiosi come uno dei mali dell’epoca moderna. Oltre a problemi psichici, tale patologia è capace di far sviluppare anche un disturbo del ritmo cardiaco potenzialmente mortale. Secondo recenti statistiche pubblicate dal New York Times, ne soffre un lavoratore su cinque, il 20% circa del totale.

In questa percentuale si inseriscono tante religiose che operano nei propri conventi di appartenenza o sono impiegate presso scuole, ospedali, parrocchie, abitazioni private. Tra le cause della sindrome, la rivista annovera abusi di potere, contesti abusanti o abusi sessuali, piaga della quale sono vittime centinaia di suore specie in contesti di maggiore povertà di Africa e Asia da dove, non di rado, giungono notizie di violenze e ricatti sessuali.

A sollevare la questione del burnout e dello stress post traumatico sofferto dalle suore è stata l’Uisg, l’Unione internazionale delle Superiori generali, riunita a Roma per un workshop in cui si è riflettuto su problematiche legate alla vita religiosa, affrontando anche temi finora tabù. Alla luce dei risultati, si è deciso di istituire una commissione triennale per la cura della persona in collaborazione con l’Unione dei Superiori generali. 

«Il nostro obiettivo è costruire comunità resilienti», sottolinea la suora australiana Maryanne Lounghry, psicologa e ricercatrice al Boston College e all’Università di Oxford, che ha diretto il laboratorio. «Non dobbiamo limitarci a intervenire sul singolo caso ma considerarci all’interno di un ecosistema». 

Suor Lounghry, nel servizio realizzato da Federica Re David, tocca anche il tema della disparità di genere in congregazioni, comunità e società: «Dobbiamo chiederci cosa succede nella nostra Chiesa e nel Paese in cui operiamo», dice. Auspica poi l’instaurarsi di prassi e regolamenti – sulla scia delle linee guida per la tutela dei minori – per negoziare obblighi e diritti per le religiose. Servono infatti codici di condotta, afferma la religiosa, che garantiscano alle suore lavoratrici spazi ricreativi e assicurazioni per le emergenze (ad esempio, le terapie), in modo da interrompere quella catena di lavoro svolta «nell’ambiguità, senza regole certe» e, quindi, la sensazione di essere bullizzate e molestate che è tra le prime cause di stress. 

Vatican Insider/red

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24 Gennaio 2020 | 07:30
Tempo di lettura: ca. 2 min.
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