Africa

Africa: nasce l’area di libero scambio più grande del mondo. Il commento

La firma del Trattato di libero commercio continentale africano da parte di Benin e Nigeria, il Paese più popoloso e ricco del continente, è arrivata domenica 7 luglio, dopo 4 anni di negoziati. A oggi solo l’Eritrea rimane fuori, per via del conflitto con l’Etiopia, anche se sembra che il recente avvio del processo di pace stia spingendo Asmara a chiedere di aderire.

Un passo significativo

Padre Giulio Albanese ne parla così: «È un mercato economico delle Afriche – preferisco usare il plurale perché è un continente che è grande tre volte l’Europa – Non è il primo tentativo, prima c’era stato per esempio il Comesa (il Mercato comune dell’Africa orientale e meridionale, ndr), ma si tratta certamente di un passo significativo. Rimangono però dei problemi strutturali, per cui il rischio è che si tratti di un’iniziativa lodevole che poi alla prova dei fatti risolve poco».

Grandi difficoltà da affrontare

I Paesi del continente africano infatti devono affrontare diverse difficoltà prima fra tutte «la questione della crescita del Pil, finora legata fondamentalmente al terziario e alla vendita – o forse sarebbe meglio dire svendita – di materie prime, risorse minerarie ed energetiche, in primis il petrolio. C’è poi la questione del debito – prosegue padre Albanese – che continua ad aumentare in tutto il continente, nonostante le iniziative di 15 anni fa di Fmi, Banca Mondiale, Banca Africana di Sviluppo lo abbiano non solo ridotto, ma addirittura cancellato in alcuni casi. Ultimamente sta risalendo, siamo intorno ai 700 miliardi di dollari per l’Africa subsahariana. È un fenomeno preoccupante perché di fatto il debito è stato finanziarizzato, questo significa che il pagamento degli interessi è legato alle speculazioni di borsa, un sistema che mette in grande difficoltà i Paesi africani».

C’entra anche l’Europa

«Infine c’è un terzo aspetto che riguarda i grandi trattati internazionali come gli Epa (Economic Partnership Agreeement) che l’Europa ha imposto ai Paesi con cui in questi anni ha intrattenuto reflazioni di cooperazione per lo sviluppo – afferma padre Albanese – sono accordi che stanno penalizzando moltissimo i Paesi del Sud del mondo, in particolare quelli africani perché le loro economie non sono in grado di reggere la competizione con i Paesi industrializzati europei».

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8 Luglio 2019 | 21:53
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