Internazionale

Addio a Gigi Proietti, maestro della comicità: un talento sbocciato in oratorio

Antonella Palermo – VATICAN NEWS

È morto nel giorno del suo compleanno. Il mondo lo stava ricordando con auguri da ogni ambito, culturale e istituzionale, per i suoi ottanta anni, invece ci ha lasciato. Gigi Proietti era ricoverato da un paio di settimane in una clinica romana per malessere non riconducibile al Covid-19, e stava facendo accertamenti per uno stato di affaticamento. Nel tardo pomeriggio di domenica ha avuto uno scompenso cardiaco. Il trasferimento in terapia intensiva nella stessa clinica. Nelle prime ore del mattino è venuto a mancare all’affetto della sua famiglia.

Istrionico e mattatore

Attore poliedrico che spaziava dal teatro, cinema e tv, regista, doppiatore, direttore artistico, cantante e grande affabulatore capace di rendere vera con la voce e il corpo anche la più grande illusione (»Più sono bravo a fingere, più il pubblico è bravo a credere alla finzione»), Proietti ha inaugurato nel 1978 la gestione diretta del Teatro Brancaccio di Roma col Gaetanaccio di Luigi Magni, lasciandola poi nel 2007 – non senza polemiche – a Maurizio Costanzo. E’ stato anche direttore del Teatro Stabile dell’Aquila e a lungo ha fatto del Sistina, con Pietro Garinei, la ‘casa’ dei suoi più grandi successi. Nel ’66 debuttava sul grande e sul piccolo schermo nel ruolo di un maresciallo dei carabinieri, per ironia della sorte trent’anni dopo interpreterà lo stesso personaggio con straordinario successo nella serie tv Il maresciallo Rocca. Il primo vero successo per Proietti arriva però nel 1970 quando viene improvvisamente chiamato a sostituire Domenico Modugno, che aveva avuto un incidente, nella parte di Ademar nella commedia musicale di Garinei e Giovannini Alleluja brava gente. E’ stato doppiatore di Marlon Brando, Robert De Niro, Dustin Hoffman ma anche del primo Rocky e del funambolico genio di Aladdin. In circa 50 anni di attività ha collezionato 33 fiction, 42 film, 51 spettacoli teatrali di cui 37 da regista, oltre ad aver registrato 10 album come solista e diretto 8 opere liriche. Ha creato una fucina di talenti tra cui figurano Flavio Insinna, Chiara Noschese, Giorgio Tirabassi, Enrico Brignano, Massimo Wertmuller, Paola Tiziana Cruciani, Rodolfo Laganà, Francesca Reggiani, Gabriele Cirilli e Sveva Altieri.

I ricordi in parrocchia e il suo San Filippo Neri 

Proietti frequentò l’oratorio della parrocchia Santa Maria Assunta al Tufello e per lui fu una esperienza importante. Ammetteva di non aver mai dimenticato don Luigi Carletti, un punto di riferimento per la sua famiglia di origine, che si dedicava alle attività con i giovani, insegnava la condivisione, «a non chiuderti in te stesso». Il giovanissimo Proietti frequentava anche la schola cantorum della parrocchia, voce bianca solista. La fiction Preferisco il Paradiso – in cui vestiva i panni di san Filippo Neri, il santo prete di strada che inventò l’oratorio – segnò per lui un momento importante. Ebbe di dire che lo aveva «riaccostato, almeno a livello di riflessione personale, a qualcosa di sopito: la religiosità, intesa proprio come comunità riunita, in una norma di vita condivisa. Nella nostra società c’è l’’esigenza di ritrovare valori essenziali di convivenza e di vita, come il rispetto, che la parrocchia ai miei tempi insegnava bene, assieme alla disciplina personale e all’’importanza del rito, che dava senso a molte cose. Oggi – spiegava – abbiamo bisogno di preti con un forte senso della missione. Energie e volontà spese qui, nelle strade e nelle città difficili in cui viviamo, al servizio degli ultimi e di quelli che vengono dimenticati da tutti».

LEGGI L’ARTICOLO COMPLETO E ASCOLTA L’INTERVISTA A GIGI PROIETTI SU ‘PREFERISCO IL PARADISO’ NEL SITO DI VATICANNEWS

2 Novembre 2020 | 10:33
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