Ticino e Grigionitaliano

A Cademario si prega nel mese missionario straordinario con padre Ielpo

Al monastero SS. Francesco e Chiara di Cademario si propone questa sera dalle ore 20.30 una veglia di preghiera in preparazione della Giornata missionaria mondiale di domani, 20 ottobre, e di quella diocesana del 25 ottobre. Sarà presieduta da
fra Francesco Ielpo, Commissario di Terra Santa per l’Italia del Nord
dal 2013.

I compiti del Commissario di Terra Santa

«Da quando è nata la Custodia di Terra Santa, nel 1342, è stato subito evidente  che  essa  avrebbe  potuto  funzionare solo  grazie alla  sensibilità e  l’aiuto dei cristiani di tutto il mondo,  non  potendo  il  Custode  abbandonare i luoghi santi affidati ai  francescani. Nasce per questa esigenza la  figura del Commissario,  colui che fa le  «commissioni»  per  la Terra Santa, agendo in due modi: anzitutto, sensibilizzando i cristiani di un determinato territorio su quella che è la vita e la situazione  di  quei  luoghi,  approfondendone il senso per la cristianità anche attraverso l’organizzazione di  pellegrinaggi  e  poi  raccogliendo  la Colletta  pontificia  del  Venerdì  Santo, che va a favore della Chiesa di  Terra Santa»,  aveva raccontato p. Ielpo in occasione di un’intervista al Giornale del Popolo nel 2018. 

Una forma di nuova evangelizzazione

«Sono  sempre più convinto che il pellegrinaggio in Terra Santa è una delle forme di nuova evangelizzazione. Mi ricordo, in particolare, di un  pellegrinaggio  con  dei  bambini.  Nel  deserto è  avvenuto qualcosa  di  straordinario:  alla  domanda  «dove hai incontrato in quel giorno Gesù?»  , a cui i bambini dovevano -giorno per giorno- rispondere  su un diario, una bimba di 6 anni  ha  scritto:  «Oggi  sono rimasta  contenta di aver sudato, perché le  gocce del mio sudore sono cadute  sulla  terra  che  calpestava  Gesù» .  Una  lezione  immensa: cos’ha visto questa bambina che noi adulti  non vedevamo più? Perché per lei  la fatica era un bene? Perché stava  cercando Cristo. Questo mi fa dire  che bisogna andare in Terra Santa  con gli occhi di un bambino».

Prendersi cura delle «pietre vive»

La  presenza  dei francescani  in tutto  questo tempo, dopo ben 800 anni  in  Terra  Santa,  è  evidentemente  cambiata. «Con il tempo – spiegava padre Ielpo – oltre ad essere tornati  ad  occuparci  di  tantissimi  santuari   –  oggi sono ben 75   –  abbiamo realizzato quanto fosse importante  prendersi  anche  cura  delle  pietre vive, ovvero dei cristiani  che rendono  presente Cristo in quei luoghi. È a questo punto che sono nate le scuole; la prima  scuola in Terra Santa è francescana. 

Siamo  inoltre,  ad  oggi,  una  presenza capace di entrare in dialogo anche con le altre grandi religioni monoteiste. Come ebbe modo di dire una volta mons. Pizzaballa,  noi  in  Occidente  possiamo  permetterci di organizzare convegni sull’ecumenismo,  mentre  in  Terra  Santa  dobbiamo  viverlo.  E  vorrei dire una cosa molto importante:  la  Terra  Santa  rimane  un  luogo  sicuro.  Purtroppo,  soprattutto  in  Europa,  c’è  l’idea  che  sia  un luogo di pericolo, ma paradossalmente è più sicura Gerusalemme che non altre città europee, su  cui incombe il pericolo di atti terroristici».

(red)

19 Ottobre 2019 | 15:48
Tempo di lettura: ca. 2 min.
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