L’urlo di Dio. Perché non lo senti?

di Mauro Clerici
Un bel libro che ci può accompagnare nel cammino di conversione durante la Quaresima. L’incipit della prefazione dello stesso card. Comastri intriga il lettore: «Entro in una piccola chiesa per salutare Gesù presente nella Santissima Eucarestia. Mi guardo attorno: non c’è nessuno. Dentro di me esclamo: «Gesù che solitudine! Ti abbiamo abbandonato e siamo diventati un popolo di sbandati.» (pag.7) L’autore si chiede perché Gesù oggi non parli più, sebbene la situazione esiga che la sua voce si alzi. Così come si alzò, come un grido, sul Golgota morendo. Ma sarà lui a non parlare o noi a non saper ascoltarlo? No, il suo urlo si ripete nella storia, anche oggi. Il card. Comastri ci aiuta «sentire» questa voce inquietante attraverso tre evangelisti Matteo, Marco e Luca e attraverso tre personaggi del nostro tempo: Giovanni XXIII, il papa buono, di cui Zizola dice: se è esistito papa Giovanni, dio c’è! Un secondo testimone citato è Benedetta Bianchi Porro, che malgrado il suo calvario afferma: che bello vivere! E infine Jacques Fesch, un giovane assassino, giustiziato in Francia nel 1957 che sente l’urlo di Dio in carcere e si converte.
24 Febbraio 2015 | 08:00
Tempo di lettura: ca. 1 min.
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