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La Croce di Lampedusa

di Maria Boorsma
Papa Francesco il 9 aprile 2014 nel momento in cui ha benedetto la Croce di Lampedusa ha detto «portatela ovunque».
Giovedì, 3 settembre 2015 é arrivata ad Ascona. C’era una pioggia battente, ma mio marito ed io eravamo decisi a voler andare ad accogliere quella croce che era stata realizzata con i legni dei barconi dei migranti.
Quando siamo arrivati sul lungo lago di Ascona ho visto la Croce illuminata che stava arrivando dal lago e quell’immagine mi ha molto colpito La guardavo in silenzio mentre si avvicinava sempre di più al porto e quando é partito il suono della sirena che ha lanciato un ideale SOS ho sentito un brivido in tutto il corpo. Ho pensato a tutte le persone che hanno perso la vita nella speranza di trovare un mondo migliore e a tutte le famiglie che non potranno più stare insieme.
Non riuscivo a togliere lo sguardo da quella croce finché non é arrivata a riva. Alcune persone hanno buttato petali di fiori nell’acqua, un gesto molto simbolico e forte. In silenzio siamo andati in processione fino alla Chiesa Evangelica a lì abbiamo vissuto insieme un momento di riflessione e di preghiera.

Ho voluto essere presente alla processione per due motivi:
Il primo motivo è perché vivo a Losone a pochi passi dal centro per rifugiati e mi sembrava un gesto di accoglienza nei loro confronti. A volte li vedo passeggiare, sono tutti molto giovani e gentili. Salutano con un «ciao» o un «buongiorno», qualcuno osa fare un sorriso. Io rispondo sempre. Arriverà il momento che troverò il coraggio di fermarli e di chiedere i loro nomi. Desidero che si sentano accolti.
Il secondo motivo è che insieme a mio marito frequento da quasi vent’anni la Comunità dei Missionari Comboniani e in tutti questi anni abbiamo avuto la fortuna di fare amicizia con tante persone dell’Africa. Oggi ho amici che arrivano dal Congo, dal Ruanda, dal Benin, ecc. Tanti di loro hanno storie difficili alle spalle, ma grazie agli Italiani hanno trovato un lavoro che permette loro di vivere bene, altri studiano all’università e sono persone che si sono realizzate.
Mi piace ascoltare le loro storie, capire le loro tradizioni, mi piace gustare la loro cucina e scherzare con loro. La nostra amicizia è vera, senza il limite della confessione religiosa. Tanti di loro sono cristiani e insieme viviamo la fede. (ritiri spirituali, messe, ecc).
I nostri fratelli hanno bisogno di aiuto, hanno bisogno di pace e accoglienza. La Croce di Lampedusa ci ha ricordato questo. Dietro alle statistiche e numeri di persone morte nel Mediterraneo ci sono persone, ognuna con la propria storia, ognuna di loro apparteneva ad una famiglia. Erano padri, madri e figli con un unico sogno: trovare una casa dove vivere in Pace.
Ecco perché ho partecipato alla Processione e ringrazio tutte le persone che hanno reso possibile questa serata.

14 Settembre 2015 | 13:07
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