«Il sale della terra» di Wim Wenders

di Chiara Gerosa

Esce in questi giorni nelle sale «Il sale della terra», un film documentario che colpisce al cuore percorrendo la storia di vita di Sebastião Salgado, fotografo che per 40 anni ha viaggiato per mostrare i tanti volti dell’Africa e delle Americhe in tutta la loro dignità. Il regista Wim Wenders, attraverso le fotografie e le brevi interviste al grande fotografo, ci fa fare un viaggio emozionante, struggente attraverso le tragedie e le bellezze della storia dell’umanità. Dalle miniere d’oro in Brasile, al genocidio in Ruanda, alla carestia nel Sahel scendiamo insieme al regista nei labirinti della sofferenza, senza mai far mancare la dignità alle persone fotografate. Anzi, Salgado per mesi, anni, vive con queste persone, cammina con loro, soffre vicino a loro tanto da ammalarsi per tutto ciò che ha vissuto sulla propria pelle. Eppure, pur nella crudeltà di alcune immagini che lasciano davvero senza respiro, percepiamo tutta la dignità delle persone fotografate. Un piccolo capolavoro che sicuramente non lascerà indifferenti, ma anzi, spingerà a interrogarsi, a riflettere e magari mettersi in gioco per andare alla radice dei nostri desideri, alla radice dei desideri del nostro cuore. Peccato solo che alla fine passino sullo schermo frasi importanti ma che relativizzano un po’ ciò che si è visto, riducendolo ad un impegno in favore dell’ecosistema, della biodiversità, quando in gioco c’è ben di più! Ma vale comunque la pena vedere il film, guardarlo e lasciarsi scavare dalle immagini.

13 Marzo 2015 | 08:00
Tempo di lettura: ca. 1 min.
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