Rolando Leo

Taizé: è sempre una nuova esperienza

Di Don Rolando Leo

Ancora una volta un momento straordinario è stato vissuto da me a Taizé durante la settimana di pasqua con una trentina di giovani ticinesi.
Quest’anno ero particolarmente emozionato e grato al Signore in quanto per la prima volta il pellegrinaggio è stato davvero ecumenico presso il centro ecumenico di Taizé; infatti avevamo due ragazzi di una Chiesa protestante che hanno accolto il nostro invito come cattolici.
Il confronto è stato arricchente e schietto fra i ragazzi; il dialogo è stato da me un po’ indotto e guidato inerpicandoci addirittura sulle vette dell’interpretazione dei testi biblici, dell’approccio storico-critico e letterale dei testi, fin su verso la maniera di vivere le relazioni, l’affettività e la sessualità.
Ho vissuto per un momento davvero il paradiso, nel vedere questi ragazzi dialogare su questioni così importanti, difficili e, a molti di noi educatori cristiani, care!
Bello vedere questi giovani che aprono finestre su paesaggi spirituali inesplorati, ignari della loro esistenza. Troppo bello per essere vero?? Ma proprio il contrario: è proprio vero nella misura in cui il bello è possibile.
I ragazzi si sono confidati, hanno espresso le loro visioni e manifestato il desiderio di vivere questa dimensione spirituale più assiduamente, regolarmente, facendola diventare parte di sé; sappiamo poi però che la realtà frammentata e dispersiva del nostro quotidiano ci sovrasta, ci neutralizza.
Frattanto si è proposto loro una specie di concorso: individuarsi a scuola e negli ambienti pubblici vestendo la felpa arancione distribuita a tutto il gruppo, col logo di Taizé, scattando assieme un selfie e spedendolo a tutto il gruppo sulla chat creata. È stata occasione di testimonianza e per tentare di vivere un po’ con lo spirito di Taizé la quotidianità, facendosi magari interpellare da docenti o compagni, dovendo poi spiegare l’origine dell’esperienza cristiana ecumenica, che riunisce tutti i cristiani, in quanto è più ciò che ci unisce di ciò che ci divide.
I giovani si sono interrogati sulla loro fede, sull’incidenza di questa dimensione nella loro vita … qualcuno ha ammesso di aver riflettuto per la prima volta seriamente sulla natura divina di Gesù, altri hanno pregato davvero per la prima volta, altri ancora si sono affidati davvero, consegnando i loro pesi e le loro preoccupazioni alla croce di Cristo, appoggiata per terra nella suggestiva grande chiesa sulla collina.
Si è trattato sostanzialmente di studenti del settore medio superiore ed universitario. Ora i giovani continuano a sentirsi e si sono organizzati per fare un po’ di sport assieme. Cosa c’è di più sano che interpellarsi per condividere in modo nuovo il quotidiano.
Presto ci si troverà a pregare insieme agli amici protestanti. Attendiamo di trovare con loro la data giusta!

14 Aprile 2016 | 07:00
Tempo di lettura: ca. 2 min.
taize (70)
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