La Biblioteca Salita dei Frati, annessa all'ex convento cappuccino.
Cultura

Il linguaggio biblico nel pensiero filosofico: Soeren Kierkegaard, Gabriel Marcel, Jacques Maritain, Emmanuel Mounier

Nell’ambito del ciclo di letture bibliche su Bibbia, letteratura e filosofia l’Associazione «Biblioteca Salita dei Frati» invita questa sera, giovedì 29 novembre alle ore 20.30, alla conferenza di Gabriella Farina sul tema Il linguaggio biblico nel pensiero filosofico: Soeren Kierkegaard, Jean-Paul Sartre, Maria Zambrano, Gabriel Marcel.

I presupposti del rapporto tra Bibbia e Filosofia si possono cogliere nella concezione biblica secondo cui l’essere e l’esistere sbocciano da una parola divina, come infatti si legge in Genesi 1. 3: «Dio disse: ›Sia la luce!’ E la luce fu». E nel prologo del Vangelo secondo Giovanni Cristo è definito il Verbo per eccellenza. La Bibbia è la parola di Dio ed è proprio sulla parola ed a proposito della parola che nasce l’incontro tra Logos biblico e Logos filosofico. Per una riflessione sull’interpretazione filosofica della Bibbia, si farà dapprima riferimento a Soeren Kierkegaard (1813-1855), la cui filosofia ha un dichiarato carattere religioso. Per quanto riguarda in modo specifico la Bibbia, in Timore e Tremore (1843) Kierkegaard interpreta filosoficamente il sacrificio di Isacco (Genesi 22): Abramo, disposto ad uccidere il figlio per fede in Dio, viene considerato il simbolo della fede nel suo oltrepassamento della stessa vita morale. Altro filosofo che verrà preso in considerazione è Jean-Paul Sartre (1905-1980) che ne L’essere e il nulla (1943) dedica pagine bellissime al tema della vergogna, sentimento propriamente umano che si prova di fronte ad altri. Sartre lo analizza mettendolo in relazione alla vergogna originaria, quella della ›caduta’, cioè il peccato di Adamo e di Eva (Genesi 3). Sempre in relazione al rapporto tra Bibbia e Filosofia, tra Logos biblico e Logos filosofico si proporrà il pensiero di Maria Zambrano (1904-1991), che mette in scena la tragedia del difficile e misterioso rapporto tra uomo e Dio, tra umano e divino. La scena cristiana del Figlio di Dio e dell’uomo è la ›ripetizione’ della scena ebraica di Giobbe. Infine si accennerà alla dottrina del mistero ontologico, ovvero dell’esistenza singola avvolta nel mistero, che è un tema privilegiato anche nel pensiero di Gabriel Marcel (1889-1973), che parla dell’esistenza dell’uomo come un ›viandante’ alla ricerca di Dio. Contro ogni impostazione del problema del rapporto fra l’uomo e Dio in termini di oggettività razionale, Marcel parla di esistenza singola avvolta nel mistero. E in Essere e avere (1935) definisce la distinzione tra problema e mistero.

Il relatore

Gabriella Farina, insegnante senior di Storia della Filosofia contemporanea presso l’Università degli Studi Roma Tre, fa parte del Comitato Scientifico del Centro di Studi Italo-Francesi e, a partire dal 2008, del Consiglio d’Amministrazione del Gruppo di Studi Sartriani di Parigi. È Promotrice e Direttore Responsabile della Collana d’inediti in italiano di J.-P. Sartre (Milano Marinotti Editore) e del «Bollettino Studi Sartriani» (Roma TrE – Press, Edizioni universitarie di Roma Tre). Dopo aver condotto ricerche sull’estetica e sulla filosofia del Romanticismo tedesco, ha dedicato i suoi interessi al pensiero di Sartre.

La Biblioteca Salita dei Frati, annessa all'ex convento cappuccino.
29 Novembre 2018 | 10:00
Tempo di lettura: ca. 2 min.
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