Federica Mauri

Un’agenda mondiale per lo sviluppo sostenibile

di Federica Mauri, Sacrificio Quaresimale

Un tempo si parlava di Obiettivi del Millennio, ora di Agenda 2030. Il nuovo testo è stato adottato in pompa magna a fine settembre a New York, alla presenza di oltre 150 fra capi di Stato e di governo, e di papa Francesco, in concomitanza con i festeggiamenti per i 70 anni dell’ONU.
Gli Obiettivi del Millennio erano chiare direttive (definite dai paesi industrializzati) all’indirizzo dei paesi in via di sviluppo, che dovevano essere soddisfatte entro il 2015: il bilancio però che se ne può trarre è in chiaro scuro. Gli obiettivi erano formulati in modo semplice e il loro raggiungimento poteva essere verificato con indicatori concreti. Fino al sopraggiungere della crisi finanziaria, nel 2008, i paesi interessati stavano facendo buoni passi avanti, poi vanificati dall’instabilità economica venutasi a creare e successivamente dalla recessione dal 2010.
Nell’elaborazione dei nuovi obiettivi dell’Agenda 2030, questa volta sono stati consultati anche i paesi in via di sviluppo. Non si parla più di obiettivi che i ricchi hanno fissato per i poveri: ora tutti sono chiamati a fare la loro parte per raggiungerli. Ma cosa ancor più importante, sottolineano come per eliminare le cause della povertà si debbano tenere in considerazione aspetti di carattere sociale, economico ed ecologico.
È stato calcolato che per raggiungere questi nuovi 17 obiettivi, saranno necessari maggiori finanziamenti rispetto al passato, come pure il coinvolgimento dei privati. La Confederazione finora non ha raggiunto come stabilito a livello internazionale lo 0,7% del reddito nazionale lordo da destinare allo sviluppo: è ferma allo 0,5%, una percentuale anch’essa a rischio. La tendenza a risparmiare proprio nel settore della cooperazione internazionale non è in effetti cessata. Ciò è in netta contraddizione con gli impegni presi dal nostro paese che ha appena sottoscritto l’Agenda 2030. Cominciamo bene…

 

8 Ottobre 2015 | 07:59
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