Cristina Vonzun

Notre Dame rinasce ... e noi?

Sono passati due anni da quando le immagini di Notre-Dame arsa dalle fiamme che con l’avvento delle tenebre di quella notte parigina parevano essere ancora più infernali e minacciose, arrivarono nelle nostre case. Il disastro comunque ingente che apparve agli occhi del mondo l’indomani, lasciò molti nello sconforto e generò non pochi commenti catastrofici. Ci fu chi «predisse» la fine del cristianesimo, chi tirò in ballo gli islamisti fondamentalisti quali presunti colpevoli, (ma non era così), chi andò a leggervi significati apocalittico-profetici, chi gridò alla fine di una civiltà. Va detto che gli incendi di questo tipo ci sono sempre stati nella storia. Quindi non sono le fiamme, certamente ispiratrici di fantasmi e paure, a doverci interrogare. Semmai il vero miracolo è quanto avvenuto successivamente e che continua in questi anni: la risurrezione di Notre-Dame ad opera di 340 mila benefattori di moltissimi paesi del mondo che fino ad oggi, con 833 milioni di Euro raccolti, stanno contribuendo alla ricostruzione della cattedrale. Persone mosse dalla bellezza, storia e arte di Notre-Dame e dal simbolo culturale e cristiano che rappresenta. Cosa comunica questa vicenda allora? Un messaggio di morte o di vita? Direi soprattutto una parola di risurrezione. L’umanità è fatta sempre per risorgere, per non arrendersi, per trovare nuove strade. Guardiamo allora alla risurrezione lenta e progressiva di Notre-Dame e teniamo alta la speranza, forte il cuore e aperto lo sguardo per risorgere anche noi -prima o poi- da questo tempo di pandemia. Non dobbiamo arrenderci alla bruttura e alle difficoltà del momento, non dobbiamo pensare solo alle fiamme, ma guardare oltre, mirare a costruire ogni giorno, con la speranza e le decisioni sagge che ognuno di noi nel suo piccolo o grande può prendere, alla costruzione del domani, del dopo Covid-19. Guardiamo, così a Notre-Dame e all’impegno generoso di tanti per ricostruirla: come ad un segno di volontà umana di risurrezione piuttosto che di morte, di unità del genere umano per la vita, piuttosto che di resa alle difficoltà dell’esistenza e alle catastrofi della storia, che tra l’altro, ci sono sempre state e sempre torneranno.

La Cattedrale di Notre Dame in una foto di archivio.
16 Aprile 2021 | 14:40
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