Cristina Vonzun

La  montagna che cambia

Di Cristina Vonzun

Cari amici, è di questi giorni la drammatica notizia di una comitiva di giovani studenti liceali di Lione in Francia, travolta da una valanga nella zona delle piste delle Deux Alpes, esattamente la «nera»  di Bellecombe, chiusa perché la neve caduta nelle ore precedenti la tragedia, dopo un lungo periodo con temperature più elevate della media, poi scese improvvisamente e di nuovo risalite, era fortemente instabile. Purtroppo chi guidava il gruppo degli studenti, un insegnante, ha portato i ragazzi nella pista chiusa e da lì, la fatalità con un enorme massa nevosa appena scesa e non sufficientemente attaccata allo strato sottostante che era molto sottile e ancora gelato, che si è staccata, travolgendo i ragazzi. Due di loro sono morti come pure un turista ucraino, gli altri sono rimasti fortemente traumatizzati. Il livello di guardia nella zona era appena stato alzato da tre a quattro, che è il massimo per le valanghe. Ora, perché tanta imprudenza, viene da dire, considerando che la pista era non solo chiusa, ma il pericolo era stato segnalato con vari cartelli e barriere ampiamente visibili? La risposta la sapremo ad indagini concluse, ma quello che altrove si può constatare, come qui da noi in Svizzera, è che in generale gli incidenti in montagna (estate e inverno) sono aumentati. E non solo però per l’imprudenza. All’imprudenza -che è sempre esistita- oggi si associano le difficili e strane condizioni metereologiche con cui ci si deve confrontare: precipitazioni fortissime dopo periodi di lunga siccità che avvengono in inverno come in estate, sbalzi termini nell’arco della stessa giornata di 10-13 gradi in pieno inverno, con modifiche repentine del manto nevoso (testimonianza personale di queste settimane, qui nelle nostre montagne tra Grigioni e Vallese). Quindi, già sciare normalmente in pista o organizzare uscite in inverno ma anche in montagna in estate, richiede oggi una dose di prudenza maggiore rispetto al passato, non tanto perché i partecipanti siano degli avventurieri, ma perché la montagna sta cambiando insieme al mutare delle condizioni climatiche. Nei giorni scorsi, in Vallese, una forte nevicata ha fatto repentinamente aumentare il manto nevoso, tanto che due escursionisti sono stati travolti da una valanga nella zona del Sempione. Erano esperti di montagna. Ero in Vallese anch’io in quei giorni ed ho assistito al fenomeno della pioggia sulla neve dopo una forte nevicata, dunque ho visto il verificarsi di un appesantimento repentino e notevole della massa nevosa appena scesa. Instabilità massima e grado 4 nel giro di pochissimo tempo. In molti incidenti di montagna oggi giocano un ruolo importante i fattori climatici: il caldo e la siccità, il terreno che diventa troppo secco e friabile, poco dopo con le forti piogge spesso torrenziali che arrivano improvvise i sentieri si trasformano in piste di melma, le nevicate o assenti o sproporzionate, gli sbalzi di temperatura. Insomma, chi pensa che non esistano cambiamenti climatici, vada in montagna in vacanza e credo ne avrà la prova. Per questo, oggi più di ieri, la montagna che offre magnifici panorami, va rispettata e vissuta con prudenza ma anche con conoscenza di causa, senza improvvisare. Anni fa il clima ti dava ancora un margine a errori come quello avvenuto in Francia, oggi purtroppo il margine è diventato molto più esiguo. Dobbiamo esserne tutti responsabilmente coscienti.

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18 Gennaio 2016 | 07:00
Tempo di lettura: ca. 2 min.
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