Cristina Vonzun

Lo sport può educare ad una vita virtuosa

Nei giorni scorsi ero al Centro Sportivo di Tenero. Ho incontrato un folto gruppo di giovani che stavano preparando gli esami di Gs come monitori di sport (bici). Educare allo sport è insegnare l’amore alla vita con la V maiuscola, declinata come conoscenza di sè, delle proprie potenzialità e del modo per migliorarle, ma anche degli altri, compagni o avversari con cui relazionarti per raggiungere insieme un risultato, e se sei educatore, delle persone che accompagni. L’altro, avversario o compagno, deve essere sentito positivamente come la persona che mi fa crescere: per raggiungere insieme un’eccellenza sportiva, la performance, cioè l’avere dato il meglio di sè, secondo le condizioni ricevute, apprese e migliorate, divertendomi e apprendendo qualcosa. È la triade inseparabile di Lachen, Lernen, Leisten, fondamentale acquisizione della filosofia dello sport ben trasmessa dallo sport in Svizzera. Questo paradigma virtuoso deve sempre stare al centro. Le devianze sono o esasperazione dell’apprendimento o esasperazione (molto spesso purtroppo per ragioni soprattutto di mercato, ma non solo) della prestazione. Oppure, perdita del valore dello sport come dimensione di confronto che fa anche crescere mediante un impegno calibrato, se tutto si riduce al pur sano divertimento ma senza regole. La disciplina sportiva, mi ricordava un amico prof lo scorso anno mentre discutevo con lui la mia tesina in storia della filosofia che proprio di filosofia dello sport tratta, resta sempre, appunto, «disciplina», solo così, rispettando alcune regole, cresci e la pratichi per il tuo benessere e magari (se in gruppo) per quello anche degli altri. Comunque auguri ai ragazzi che hanno superato gli esami e complimenti per mettere i loro talenti a disposizione degli altri: oggi non è scontato!!!!

21 Agosto 2017 | 10:02
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