Rolando Leo

L'incontro europeo di Taizé? Ecco cosa dicono i nostri giovani

Accompagnare i giovani e i giovani adulti a questi raduni europei è sempre una scoperta nuova e duplice: da una parte sei spettatore dell’apertura del cuore all’umano e allo Spirito di Dio da parte di questi ragazzi e dall’altra sei direttamente coinvolto all’apertura del cuore e delle porte di chi ospita che si fa in quattro e anche più per non far mancare nulla ai ragazzi, ovunque si trovino, in casa o per terra in sale, salotti o palestre. L’ospitalità è il piatto forte e l’amore di Dio passa proprio così; si tratta di un canale privilegiato che commuove e scuote il cuore.
Infatti il tema di questi pellegrinaggi invernali in città europee è proprio quello della fiducia e dell’accoglienza, oltre che quello della pace. Ma leggiamo i nostri ragazzi che ho accompagnato a Madrid:

Ho deciso di utilizzare una metafora per descrivere come ho vissuto l’Incontro Europeo dei Giovani a Madrid: durante una calda giornata d’estate mi sono trovato di fronte ad un fiume e ho deciso di svestirmi di tutte le mie preoccupazioni e di tuffarmici dentro. L’acqua fresca e limpida mi ha permesso di alleviare tutto il caldo patito. Come l’acqua del fiume scorreva verso il lago io stesso scorrevo verso il Signore, grazie alla bontà e all’ospitalità della corrente.
(Valerio Fiscalini, 20 anni, di Galbisio)

Ho passato 6 giorni a Madrid per l’incontro Europeo e ho capito il significato di ospitalità. Il tema centrale di questo incontro. Sono stati giorni pazzeschi. In cui insieme al gruppo
mi sono divertita molto e ho avuto modo di riflettere sul mio percorso spirituale iniziato quest’estate in Madagascar. I momenti della preghiera erano i miei preferiti. Sentendo tutte quelle voci che cantavano con dedizione verso Dio, io mi sono ricaricata di amore ed energia per approntare il nuovo anno. Grazie, grazie e ancora grazie infinitamente a tutti voi, alle suore che ci hanno ospitato, e soprattutto al Signore per aver avuto la possibilità di vivere questa magnifica avventura.
(Ilaria, sorella di Valerio, 22 anni)

Quest’anno sono partito veramente arrabbiato con Dio. Ero stufo di sentire il rumore del mondo attorno a me. Tutti atei, pochi valori, superficialità dilagante, insomma un disastro. Per non parlare poi di quel che sta succedendo nel mondo. Dentro di me ero estremamente deluso e sentivo un vuoto pesante in cui qualsiasi cosa bella che provavo andava a scomparire.
Il primo giorno mi sono auto convinto che non sarebbe stata una gran bella esperienza: il gruppo di Varese era molto freddo e noi eravamo pochi. 20 ore di pulman assurde senza dormire hanno aiutato a far crescere il sentimento negativo. In parrocchia siamo finiti in un quartiere di lusso e io preferisco i quartieri popolari, da una famiglia con due bambini che voleva tornassimo alle 11 di sera massimo e con un prete estremista che durante le omelie esprimeva pippe morali sulla famiglia tradizionale come se a me arrivassero risposte per la mia vita dicendomi che i gay sono contro natura.
La preghiera la prima sera era un gran casino e il posto era davvero poco idoneo.
Il primo giorno però per caso ho iniziato a chiacchierare prima con 4 scout francesi e poi con un gruppetto di italiane. Abbiamo passato molto tempo con questi due diversi gruppi. Non saprei spiegare come siamo finiti al bar a ridere come matti e a fare gli scemi sulla metrò, a far dire «cü in föra» e ballare l aranci ciap a 8 paesi diversi e 30 persone. Non so dire perché dopo essere andato a letto stra tardi ho comunque trovato la voglia di alzarmi e andare alla messa e alla condivisione a gruppi perché la sentivo importante.
Sono sicuro però che il senso di libertà che ho provato in cima a una collina guardando tutta Madrid dall’alto con una birra, una sigaretta e due amici mi ha davvero sollevato. E allora diventa tutto diverso: ho iniziato a riflettere sul valore della pazienza e mi sono venute in mente le parole di Alois di due giorni prima. «a volte Dio non lo sentiamo e allora dobbiamo continuare a ripetere vieni! vieni! vieni!»
La settimana si è conclusa arrivando in ritardo sia al meeting degli Svizzeri, sia all’aeroporto. Durante il viaggio di ritorno ho interiorizzato tutti i sorrisi, tutti i piccoli momenti di vita quotidiana che ho vissuto e ho pensato «beh alla fine a messa sono andato due volte qualcosa vorrà dire».
(Gioele, 21 anni, di Giubiasco)

Passati giorni dove ho sentito il momento forte che la preghiera è avvicinarsi tanto con Dio e non solo un momento di tranquillità e serenità.
Trovarmi a un Raduno Europeo di Taizé a Madrid fa parte di un mio percorso.
La religione può radunarci tra sconosciuti e aiutarci ad incontrarci, scambiare momenti interessati per sentirsi in amicizia e questi bei momenti li ho potuti vivere in questi giorni con i giovani di diverse nazionalità.
(Felicia, 22 anni, di Malvaglia)

«La condivisione di opinioni aiuta a maturare la propria fede»
Arrivo all’incontro Europeo con un giorno di ritardo per motivi di lavoro; ma in ogni caso DIO mi ha accolto con grande entusiasmo e grande calore.
Son stati giorni fantastici; dove ho potuto meditare, ridere, riflettere, scherzare, conoscere e naturalmente pregare con oltre 14’000 giovani da tutta l’Europa.
Un grande grazie va alla grande ospitalità spagnola che ci hanno permesso di vivere questa esperienza e ovviamente ringrazio alle mitiche suore per averci offerto l’alloggio.
Ho festeggiato il mio compleanno e l’anno nuovo per la prima volta fuori dalla Svizzera e questo è stata una grande emozione.
L’anno 2018 per me è stato molto movimentato, il 2019 sarà un anno molto importante infatti inizio un nuovo cammino per rafforzare la fede grazie a questo incontro.»
(Samuele Lazzeri, 22 anni, di Prosito)

13 Gennaio 2019 | 05:50
Tempo di lettura: ca. 3 min.
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