Cristina Vonzun

L'annuncio di un sinodo che sfida ad approfondire concretamente come vivere la comunione ecclesiale per la missione

Con papa Francesco la Chiesa ha vissuto già diversi sinodi: quello sulla famiglia, sviluppatosi in due anni con una doppia assemblea sinodale, il sinodo dedicato ai giovani e quello dedicato all’Amazzonia. In tutti questi tre casi il Papa ha cercato di coinvolgere la base della Chiesa con un processo di questionari inviati alle Chiese locali che avrebbero dovuto contribuire al dibattito comunitario. Nel sinodo dedicato ai giovani si arrivò anche ad un pre-sinodo che riunì a Roma, diversi mesi prima dell’assisedeivescovi, rappresentanti delle nuove generazioni di tutto il mondo cattolico, ma anche ragazzi e ragazze di altre religioni e non credenti. Insomma, la marcia impressa progressivamente da papa Francesco allo strumento sinodale è indubbiamente quella di coinvolgere il più possibile tutta la Chiesa. Resta il fatto, che forse nei sinodi fino ad ora svolti sotto il pontificato di Bergoglio, il coinvolgimento indubbiamente si è sentito ma probabilmente non ha raggiunto quella necessaria capillarità anche nella modalità di percepire e vivere il sinodo stesso, che forse ora con questo metodo sinodale annunciato una settimana fa dal segretario generale del Sinodo dei vescovi, cardinale Mario Grech, si potrebbe ottenere: la Chiesa tutta coinvolta nel processo sinodale. Un obiettivo, se si è capito bene, che sembra andare ben oltre il coinvolgimento di gruppi e rappresentanti avuto negli anni precedenti con i questionari sui temi dei Sinodi, per dare corpo e volto concreto ad un processo ecclesiale partecipativo che diventi veramente un modo più profondo di esprimere e forse approfondire in modo concreto non solo il tema del Sinodo ma pure la comunione ecclesiale esistente tra il Papa e i vescovi, le diocesi tra loro e le Chiese locali e la Chiesa universale, in generale i fedeli tutti dal locale al mondiale. Il sinodo, infatti, non si limiterà soltanto al momento assembleare che raccoglie i vescovi intorno al Papa, come avvenuto in passato. E neppure alla sola consultazione dei fedeli con i questionari. La grande novità è l’invito a celebrare l’apertura del sinodo in tutte le Diocesi e rendere le stesse, attivamente coinvolte nel processo sinodale e nella modalità sinodale di vivere ed esprimere la Chiesa. «Non si tratta di democrazia, di populismo o qualcosa del genere; è la Chiesa ad essere popolo di Dio, e questo popolo, in ragione del battesimo, è soggetto attivo della vita e della missione della Chiesa», ha spiegato il cardinale Grech, segretario generale del Sinodo dei vescovi in un’intervista rilasciata ad Andrea Tornielli per Vatican News. «Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione» è il tema della proposta di questo itinerario sinodale «diffuso» che vuole coinvolgere tutti i Paesi e tutte le Chiese particolari. Il percorso durerà dall’ottobre 2021 all’ottobre 2023. Il rimando qui è d’obbligo al documento redatto per la circostanza. L’apertura del Sinodo avverrà non solo in Vaticano ma anche in ciascuna diocesi del mondo. Il cammino sarà inaugurato dal Papa in Vaticano il 9 e il 10 ottobre 2021, mentre domenica 17 ottobre 2021 ogni vescovo dovrebbe aprire il percorso sinodale nella propria diocesi. Nelle singole diocesi, la fase diocesana sarà dall’ottobre 2021 all’aprile 2022, come «consultazione del popolo di Dio», secondo quanto indicato dalla costituzione apostolica Episcopalis communio di papa Francesco pubblicata il 15 settembre 2018 che «trasforma » il Sinodo dei vescovi. Insomma, in attesa di capire meglio, sembra un processo per approfondire in modo molto concreto come vivere secondo dinamiche sinodali, quindi partecipative di tutti (fedeli, preti, religiosi, laici; donne e uomini), quella comunione ecclesiale fondata sulla comune appartenenza di ogni battezzato a Gesù Cristo, espressa nei doni di ciascuno e che costituisce il cuore dell’essere Chiesa. Naturalmente questo processo riguarda da vicino anche la diocesi di Lugano. Interpellata da noi, attraverso il suo addetto stampa Luca Montagner, ci ha fatto sapere che ha già mosso i primi passi per organizzare la fase presinodale diocesana. Tuttavia, prima di affidarsi ad una comunicazione ufficiale, attenderà la prossima Conferenza dei vescovi svizzeri, in programma dal 7 al 9 giugno, dove verrà discusso come pianificare e coordinare a livello nazionale questo importante evento.

Qui in breve, la ripresa dal quotidiano Avvenire, della descrizione delle fasi del nuovo Sinodo:

La fase nelle diocesi:

La Segreteria generale invierà un Documento preparatorio, accompagnato da un questionario e da un vademecum. Ogni vescovo nominerà un responsabile (eventualmente un’équipe) diocesano della consultazione sinodale, che farà da punto di riferimento e di collegamento con la Conferenza episcopale e che accompagnerà la consultazione nella Chiesa particolare in tutti i suoi passi. La consultazione nelle diocesi si svolgerà attraverso gli organi di partecipazione senza escludere le altre modalità che «si giudichino opportune perché la consultazione stessa sia reale ed efficace».La consultazione in ciascuna diocesi si concluderà con una riunione pre-sinodale, che sarà il momento culminante del discernimento diocesano. Dopo la chiusura della fase diocesana, ogni diocesi invierà i suoi contributi alla Conferenza episcopale.
Quindi nelle Conferenze episcopali inizierà un periodo di discernimento dei vescovi riuniti in assemblea. È questo il momento per la redazione della sintesi che sarà inviata alla Segreteria generale del Sinodo insieme ai contributi diocesani. Quindi la Segreteria generale metterà a punto il primo Instrumentum Laboris entro settembre 2022.

La fase continentale. Si aprirà allora la fase continentale (da settembre 2022 a marzo 2023) che ha al centro il dialogo sul primo Instrumentum Laboris, realizzando un ulteriore atto di discernimento alla luce delle particolarità culturali di ogni continente. Si terranno quindi vere e proprie assemblee continentali: si stabiliranno i criteri di partecipazione dei vescovi e degli altri membri del popolo di Dio. Al termine la Segreteria generale del Sinodo procederà alla redazione del secondo Instrumentum Laboris.

L’assemblea. Nell’ottobre 2023 si terrà l’Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi in Vaticano.

23 Maggio 2021 | 14:03
Tempo di lettura: ca. 3 min.
PapaFrancesco (1456), sinodo (102)
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