Emanuele di Marco

Giubileo della misericordia… dai 18 anni in su?

di Don Emanuele Di Marco

Dall’8 dicembre 2015 la Chiesa cattolica vivrà un Giubileo straordinario della Misericordia. La notizia è rimbalzata sui Media con toni più o meno favorevoli, talora con uno spirito poco conciliante con il vero desiderio di Papa Francesco. In effetti… non è semplicemente l’ultima trovata del Papa argentino. Dalla scelta di indire questo anno particolare sperimentiamo l’attenzione che il Santo Padre ha nel cogliere il profondo problema dell’umanità contemporanea. Il perdono. Molto infatti ci sarebbe da scrivere su questo tema: non è né una ricetta, né un precetto, né una filosofia. È la strada. Ed è una strada a doppio senso: abbiamo bisogno di sentirci perdonati, abbiamo bisogno di perdonare.
La misericordia è una parola che se non è rettamente intesa fa più male che bene: la si confonde infatti con debolezza, con inettitudine, quasi con codardia. Oppure ancora come strumento di umiliazione verso il prossimo, laddove i livelli tra due individui sono estremamente diversi. La misericordia è invece ben altro. Papa Francesco, nella Bolla d’indizione del Giubileo, la chiama «la sintesi della fede cristiana». Dice che Gesù è «il volto misericordioso del Padre», significa che in Gesù vediamo la capacità di Dio di essere toccato dalle nostre miserie, dai nostri limiti, dalle nostre mancanze. Per questo motivo è importantissimo rendersi conto che più conosciamo Gesù (la sua storia, i suoi incontri, le sue scelte) più impariamo a riconoscere quello che lui compie nella vita di ciascuno. Per questo motivo, è importante che nell’anno del Giubileo ci impegniamo a conoscere meglio Gesù. Più lo «sentiamo nostro», più ci rendiamo conto di quanto Dio sia vicino all’uomo. Non è però opera intellettuale… ma profondo cambiamento del cuore. Conversione profonda di quello che compiamo ogni giorno, affinché ogni azione sia ricondotta a Lui. Per ora… il Giubileo ci appare come qualcosa di «riservato» agli adulti. Roba da grandi, insomma… Ma ai bambini, da questo Giubileo, non viene «in tasca» niente?
Cosa ne è di una serie di «parole e cose» del Giubileo: indulgenze, porte sante, celebrazioni penitenziali? È bene rendere partecipi anche i più piccoli! Essi hanno già infatti modo di confrontarsi con il Padre attraverso la preghiera, ma non solo. Pensiamo a quando ci si rende conto di avere sbagliato qualcosa o di aver fatto male a qualcuno. Oppure ancora quando si è risposto in modo cattivo ai genitori. O anche se si è stati violenti con gli altri. Non solo: i bambini sono pure sensibili al «peccato sociale»: essi si rendono conto che le guerre sono frutto di decisioni errate e violente da parte… dei grandi.
Perché queste righe? Perché è necessario abbandonare l’idea che la conversione sia un affare per gli adulti. Il piccolo bimbo può infatti essere educato al perdono e alla misericordia sin dalla tenera età. La misericordia, per l’esperienza cristiana, non è un optional. È fondamentale, e le 138 volte che sono scritte nelle Bibbia ci ricordano che è al centro del messaggio cristiano. E, come tale, lo deve essere anche per il bambino. E quindi… avanti bimbi, «siate misericordiosi, come misericordioso è il Padre vostro nei cieli».

1 Ottobre 2015 | 07:46
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