Cristina Vonzun

Francesco tocca la realtà

Di Cristina Vonzun

La realtà per Francesco è importantissima. Realtà è stare con la gente, realtà è immergersi nella storia, non stare «al balcone», realtà –come ha spiegato in altre parole in aereo rientrando dal Caucaso- è stare vicino ai casi particolari, tutti, senza etichettarli, senza cambiare la dottrina ma vivendola nella storia, alla luce del messaggio di Misericordia che Gesù ha incarnato, badando ad ogni singola persona. Amatrice e altri 7 luoghi terremotati sono la realtà che Francesco ha toccato in queste ore, dopo il viaggio in Caucaso. Paesi e cittadine tra Lazio, Marche e Umbria, dall’epicentro fino a San Pellegrino di Norcia. La realtà in questi luoghi è fatta di crolli, lutti, feriti, tendopoli, mense, container, ma anche voglia di ricominciare. Abbracciare e toccare, guardare la gente negli occhi, accarezzare malati e bambini, ascoltare la gente ancora traumatizzata e segnata, pregare con loro, senza tante parole. In un mondo virtuale Francesco ci porta a guardare il reale, ci fa incontrare la storia ricordandoci che è fatta di singoli e non di categorie: il migrante, il povero, il terremotato, la famiglia fragile, il singolo lutto, il ferito, il bambino e l’anziano. Ma la gente non cerca proprio questo, in fondo? Questa attenzione al piccolo, al particolare, al «mio» dolore che non è il tuo? Questa preoccupazione che è nella mia carne e magari – anche se assomiglia alla tua – è comunque diversa? Toccare ogni persona è dare rilievo a queste singole storie. Guardare il singolo, la persona con la sua vicenda è la strada indubbiamente impegnativa che Francesco mostra alla Chiesa, laddove si trova tra i terremotati e -in generale- nella pastorale di tutti i giorni.

5 Ottobre 2016 | 05:15
Tempo di lettura: ca. 1 min.
Papa (1254), terremoto (42)
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