Cristina Vonzun

Francesco, papa di una nuova rilevanza cattolica

Riguardo al viaggio di papa Francesco in Egitto vorrei mettere l’accento i contenuti della sua conferenza stampa conclusiva perché le domande dei giornalisti dicono molto di Bergoglio e del ruolo sempre più da protagonista che sta svolgendo nel mondo. Infatti, la raffica di questioni poste al Papa a fine viaggio, hanno affrontato tutti gli scenari mondiali più delicati: dall’Egitto con il dialogo con l’Islam e il caso Regeni, al Medio Oriente, dal Venezuela -dove il Vaticano è impegnato in un tentativo di spinta alla mediazione- alla situazione tesa tra Nord Corea e Usa, all’Europa, ai populismi e ai migranti. Una serie di domande che hanno proiettato la chiacchierata papale con la stampa totalmente fuori dal ristretto mondo ecclesiale, per aprirla a questioni capitali che interrogano tutti, credenti e non credenti. Cosa leggere dietro a quelle domande? In primo luogo il riconoscimento che il Papa è un’autorità morale per tutto il mondo, lo è nel nome di un Vangelo che Bergoglio sa proporre vivo, attentissimo alla storia, capace con discrezione di impegnarsi nei processi di pace, di mediare per i diritti umani, di esortare i popoli e i governi a quella «cultura dell’incontro» che nuovamente lui stesso ha messo in pratica e proposto anche in questo suo ultimo, coraggioso, viaggio in Egitto.
In secondo luogo questo riconoscimento del ruolo del Papa e della Chiesa dovrebbe dirci molto su cosa attende il mondo dai cattolici e su come il Papa vi risponde. Una Chiesa in uscita è una Chiesa che entra nell’areopago moderno con saggia attenzione ai bisogni dei popoli, alle fragilità degli uomini e delle donne di questo tempo, con parole puntuali, che esortano a non perdere mai la speranza, che invitano al dialogo. Una Chiesa che si impegna – come il Papa ha fatto e sta facendo – con discrezione in varie aree del mondo – a favore di pace, riconciliazione, dei più poveri, di chi ha perso tutto. Noi cattolici occidentali, facili alle lacrime davanti alle statistiche sulla bassa frequenza alla Messa, potremmo forse chiederci se questo stile che il Papa gesuita imprime alla Chiesa e questo riconoscimento del suo ruolo a livello mondiale non rappresentino anche per le nostre comunità ecclesiali una via nuova, la via di una Chiesa in uscita, missionaria, percorribile da tutti. Perché fragilità, periferie, conflitti da mediare, fatiche esistenziali e sociali non ci sono solo sulla scena mondiale ma anche nei micro ambienti della porta accanto alla mia, alla nostra, dentro il nostro territorio, tra noi. La nuova rilevanza che grazie a Francesco la Chiesa sta riscoprendo sulla scena mondiale è costituita di misericordia, servizio radicato nel Vangelo, amore al prossimo. Non è -infine- la rilevanza del potere mondano, ma quella dell’amore di Cristo. Una rilevanza però, che «misteriosamente» lascia molto il segno.

Papa Francesco e Ahmad al-Tayyib nel 2019.
4 Maggio 2017 | 09:44
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egitto (55), Francesco (78)
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