Cristina Vonzun

COP21: i cattolici ci sono

Di Cristina Vonzun

Sono quasi due milioni le firme raccolte a favore della salvaguardia del Creato in vista di COP21 da «Act Alliance», una coalizione a livello mondiale di 137 Chiese cristiane, comunità religiose e Organizzazioni non governative. Di queste firme ben 800 mila sono di cattolici: movimenti laicali, comunità parrocchiali, ma anche vescovi, presbiteri, religiosi e religiose di tutto il mondo. La petizione, che nei giorni scorsi è stata consegnata alla Conferenza sul Clima di Parigi, chiede il «coraggio» di arrivare ad un «accordo vincolante» che possa contribuire a salvare il pianeta minacciato dai cambiamenti climatici. I firmatari auspicano che si arrivi al 100% delle energie rinnovabili da qui al 2050. Il fenomeno di questa mobilitazione di base ecumenica e interreligiosa è interessante perchè, in primo luogo, offre ai partecipanti di fedi diverse una piattaforma di dialogo concreto e tangibile. Ma, aspetti ecumenici e interreligiosi a parte, quello che colpisce è la risposta cattolica. Alla consegna della petizione era presente a Parigi, in rappresentanza dei firmatari cattolici, il cardinale Claudio Hummes, arcivescovo emerito di San Paolo del Brasile e presidente della «Rete ecclesiale panamazzonica» nata nel 2014, che riunisce comunità di base e movimenti popolari di ispirazione cristiana dell’area latinoamericana impegnate nella difesa della foresta amazzonica. Humes, anticipando di qualche ora quello che ancora ieri ha ripetuto papa Francesco all’Angelus in piazza San Pietro, ha chiesto a COP21 di «ascoltare il grido dei poveri» rivolgendo un appello a favore dei Paesi meno fortunati che affrontano più di altri le conseguenze dei cambiamenti climatici. Hummes si è fatto portavoce di quella reazione della base cattolica alla questione della salvaguardia del Creato che ha nel laicato dei Paesi latinoamericani un elemento trainante e in forte sviluppo. Il dato è interessante perchè aiuta a capire anche la portata storica dell’Enciclica Laudato si’ di Francesco, che rappresenta per almeno due ragioni l’entrata in una nuova era del pensiero e dell’azione sociale del cattolicesimo. La prima ragione è di ordine teorico: Laudato si’ è la riflessione organicamente più strutturata sulla tematica dell’ecologia integrale offerta fino ad oggi dalla Chiesa cattolica, non solo ai suoi fedeli ma a tutta l’umanità. La seconda ragione si concretizza nella crescente risposta data da movimenti popolari di ispirazione cristiana, associazioni e organizzazioni cattoliche alle cause sostenute dall’Enciclica mediante un risveglio del laicato attorno alle questioni etico-sociali, come da tempo non si vedeva. Certamente il risveglio è piu acuto in contesti particolarmente sensibili al tema, quali sono i Paesi latinoamericani, ma anche in Occidente si riscontra un fermento laicale interessante, pure confluito nella raccolta di firme consegnate in questi giorni a Parigi. L’ecologia intergrale di Francesco, riproposta in queste ore a Parigi anche negli interventi ufficiali della Delegazione della Santa Sede, chiede il rapporto inscindibile tra salvaguardia del creato e giustizia sociale affinchè nei Paesi poveri a sfruttamento e miseria sovente indotti da terzi, si sommi con gravità crescente, un quasi irreversibile degrado ambientale, capace solo di produrre nuovi squilibri e alimentare povertà e fuga di popoli.

7 Dicembre 2015 | 07:00
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