Marco Dania

Canta

di Don Marco Dania
L’ultima parola che ti ho suggerito era: «visita». Come è andata? Sei riuscito a rendere visita a qualcuno, ammalto o addirittura carcerato? Beh non è mai troppo tardi. Io proprio oggi incomincio le viste alla case del mio quartiere, un modo per portare la pace nelle case e nei cuori. Questa volta, ti propongo qualcosa di molto leggero così, se ti va, non dimenticare il tuo impegno nella «visita», come io continuerò il mio. La parola l’hai vista sopra è: «canta». Ti piace cantare, fischiare, suonare uno strumento? Chi mi conosce sa che non ho doti canore, ma a me piace cantare. È bello, ti dà gioia, ti aiuta a mettere armonia nella tua giornata. È bello cantare sotto la doccia, in macchina, quando sei in caso per conto tuo. Ma la cosa più bella è cantare con gli amici. Sono diversi i detti che nello scautismo esortano al canto. Un articolo della legge del fondatore: «Lo scout sorride e canta anche nelle difficoltà», «reparto che canta, reparto che funziona». E poi anche la saggezza popolare ci fa capire come il canto aiuti a vincere ogni malinconia e a superare qualche dispiacere: «canta che ti passa». Ti propongo perciò di organizzare, se ti va, una serata canti con i tuoi amici. Se c’è qualcuno che suona la chitarra o il pianoforte sarebbe l’ideale, altrimenti è bello cantare anche a cappella. Ricordo come i canti attorno al fuoco di bivacco, prima allegri, poi sempre più mesti, facevamo assaporare ai giovani scout il gusto di trascorrere una serata in autentica amicizia, immersi nelle bellezze della natura per ringraziare il Signore di ogni suo dono.
Sant’Agostino diceva: «canta e cammina» e «chi canta, prega due volte». Affronta dunque il cammino della vita con fiducia, con letizia. Eleva la tua lode personale a Dio, la tua preghiera cantando, fallo quando puoi, ma soprattutto in chiesa con i tuoi fratelli per rendere più viva la celebrazione. Allora non ti vergognare, canta con gioia.

28 Aprile 2016 | 07:02
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